Video 5G lana d'acciaio e cellulare

Ha fatto certamente discutere e scalpore la recente sentenza della Corte d’Appello di Torino su un caso del 2017, dove si afferma che le emissioni di un telefono cellulare sono la causa diretta di alcune forme di tumori alla testa, tra cui proprio l’orecchio. Una sentenza che però la scienza ufficiale non conferma anche perché ricordiamo che ci sono già studi che ad oggi non dimostrano correlazioni tra emissioni elettromagnetiche e tumori. Anche quelle per il 5G.

Video 5G lana d'acciaio e cellulare

Ora però dopo questa sentenza e dopo che già in giro da tempo circola molta disinformazione, c’é un serio pericolo di psicosi da 5G, un pò come quella che si é creata in Italia sui vaccini, una psicosi di cui oggi sembra si parli poco o niente ma non del tutto rientrata e di cui conosciamo i danni in piccole vite umane.

A dimostrazione di questo serio pericolo psicosi anche il recentissimo articolo comparso su Open, il magazine diretto da Enrico Mentana, ad opera del sempre ottimo debunker David Puente, ve lo linko qui cosi potete leggerlo anzi fatelo e leggetelo con molta attenzione.

Nell’articolo in questione, Puente dimostra come sempre con dovizia di particolari, questo video, diventato virale in poco tempo, in cui si cerca di dimostrare la pericolosità del 5G capace addirittura di bruciare della lana d’acciaio. Ovviamente é tutto falso e come purtroppo capita spesso in questi casi, di certo molte persone ci saranno cascate.

Questa disinformazione che da tempo sta anticipando la nascita della nuova tecnologia, sta in alcuni casi impedendo anche la realizzazione completa della rete proprietaria di iliad, di cui abbiamo parlato in questo articolo di recente.

Ancora una volta invitiamo tutti e proprio tutti a informarsi meglio in rete, cercando fonti autorevoli, facendo attenzione a quello che viene condiviso sui social network, nel caso del video in questione si tratta di Twitter.

E’ vero che al momento non esistono risposte definitive sulla questione ma la scienza non se ne sta disinteressando e gli studi sono sempre in corso. Esiste ora questa sentenza della Corte di Appello ma ribadiamo che la scienza ufficiale non la conferma perché non vi sono dati incontrovertibili che dimostrano la correlazione tra la patologia in questione e l’utilizzo del cellulare.

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