Hidden Agenda: approda sul PlayStation Store il nuovo thriller di Supermassive Games da giocare via mobile. Ecco la nostra recensione!

  • Nome completo – Hidden Agenda
  • Piattaforme – PlayStation 4
  • Producer – Sony Interactive Entertainment
  • Developer – Supermassive Games
  • Distribuzione – Digitale
  • Data di uscita  22 Novembre 2017
  • Genere – Avventura dinamica/Thriller
  • Versione testata – PS4

“Hidden Agenda”, sviluppato dal brillante team di Supermassive Games (“Until Dawn”, “The Inpatient”), è il più recente della manciata di titoli PlayLink già disponibili su PlayStation 4. Ed è probabilmente il party game più atipico del panorama videoludico contemporaneo. Vediamo insieme perché!

Tra “Il Silenzio degli Innocenti”, “Se7en” e…

Hidden Agenda

America, oggi. Una serie di terrificanti omicidi sconvolge la vita quotidiana di una tranquilla comunità di periferia, finché la polizia non coglie il fantomatico killer, soprannominato “il Manipolatore”, sul luogo di un possibile delitto e non lo consegna al braccio della morte. Gli anni passano, e più di un dubbio emerge riguardo le eventuali responsabilità da attribuire a terzi nell’imputazione degli omicidi. L’unico responsabile delle violente esecuzioni è davvero dietro le sbarre in attesa della morte, o là fuori, da qualche parte, un assassino agisce indisturbato?

“Hidden Agenda” recupera intelligentemente l’idea alla base di quel gioco pazzesco che è “Until Dawn”, rimescolandone gli elementi allo stile malinconico e thriller del mai abbastanza citato “Heavy Rain”. Non mancano, chiaramente, ispirazioni al cinema di genere americano di culto… A partire da “Se7en” di David Fincher e “Il Silenzio degli Innocenti”, capolavoro del 1991 di Jonathan Demme. E la sensazione di essere davanti ad un film (pardon: esperienza cinematografica) è fortissima, mentre si gioca a questo interessante “Hidden Agenda”.

Un party game diverso dal solito

Hidden Agenda

L’esperienza di gioco verterà principalmente su due donne, impegnate in modi del tutto diversi a far fronte al passato ed al futuro dell’inchiesta in corso. Da una parte l’agente Becky Marnie, a capo dell’inquietante investigazione conclusasi in modo traumatico, e dall’altra la procuratrice distrettuale Felicity Grames, incaricata di interrogare il presunto (o reale?) colpevole, Finn, e portare finalmente alla luce una verità scomoda e nascosta.

Nonostante questo, la formula è svecchiata da una componente multiplayer da party game di altissimo coinvolgimento. Con una sola copia del gioco e più smartphone collegati all’applicazione di gioco (ovviamente gratuita), la storia prende vita nelle mani del gruppo composto da 2 a 6 giocatori rendendo possibile effettuare scelte in base a diversi fattori. Nella gran parte dei casi vincerà il voto della maggioranza. In altri casi, invece, sarà richiesto ad un dato giocatore di compiere la scelta al posto di altri. Non solo: qualcuno sarà incaricato dal gioco di portare a termine la propria “hidden agenda” (letteralmente: “programma/secondo fine nascosto” e starà agli altri cercare di capire chi sia il lupo travestito da agnello ed impedirgli di accumulare punti a proprio discapito.

Esperimento riuscito?

Hidden Agenda

L’idea è vincente, ed il grado di divertimento e sfida risulta decisamente notevole. È propria in questa accezione che ci sentiamo di evidenziare però un, per così dire, effetto collaterale di questa scelta. La durata del titolo, infatti, si attesta sul paio d’ore  di gioco al massimo (compreso un intervallo a mo’ di multisala, con tanto di esilarante invito a bersi qualche cosa prima di proseguire l’avventura) rendendo sì facile completare l’esperienza in una sola sessione di gruppo, ma ammazzando nella pratica la longevità del gioco. Un vero peccato.

E il difetto in assoluto più grande dell’opera qui trattata prende le mosse proprio da questo punto. Mettiamo il caso si decida di affrontare la campagna di gioco in single player. Se già da molti i titoli videoludici precedentemente citati (“Until Dawn”, “Heavy Rain”, ma si pensi anche alle serie di Telltale) erano avvertiti come un qualcosa di “poco giocato”, è proprio “Hidden Agenda” a portare il genere dell’avventura dinamica a nuove vette di totale assenza del gameplay.

Questo avviene però non a causa della natura del gameplay stesso, ma per colpa di una sceneggiatura avvincente solo a metà, dove le scelte sono sempre limitate a due opzioni, spesso antitetiche e solo a volte interessanti e cruciali per lo sviluppo della vicenda. La rigiocabilità è dunque bassissima. E, anche nel caso si volesse affrontare una seconda run difficilmente si concederà al titolo una terza, dato che non ci sarà nulla di nuovo da vedere. I finali sono dunque due e chiaramente contrapposti, e neppure si tenta di raggiungere la profondità narrativa (intesa anche in senso emozionale) di altri più celebri esponenti del neo-genere. Insomma, un esperimento importante riuscito solo a metà. Anzi, diciamo a tre quarti.



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