Un hack ‘n slash in salsa RPG che sa quello che fa.
O che non fa quello che sa? Ecco la nostra recensione di Evil Genome!

  • Nome completo – Evil Genome
  • Piattaforme – PC
  • Developer / Producer – Crystal Depths Studios
  • Distribuzione – Steam
  • Data di uscita – 20 Gennaio 2017
  • Genere – Metroidvania/Rpg
  • Versione testata – PC

C’è poco da fare e molto da dire: Metroid e Castelvania hanno fatto la storia dei videogiochi assieme a molti altri, dando i natali a quello che viene indicato come un genere a sé: gli hack ‘n slash orizzontali, i Metroidvania.
E non saremo certo noi a mostrarci ingrati verso questo dono che ci hanno elargito, e continuano a elargirci, fin dal 1986, nelle innumerevoli forme già ampiamente apprezzate.

Come ogni altra pietra miliare che si rispetti, i Metroidvania hanno ispirato innumerevoli omaggi e imitazioni, alcune delle quali molto ovvie, altre semplicemente che ne riprendevano lo stile frenetico e bidimensionale: Guacamelee, Shadow Complex, Ori and the Blind Forest, Dust, e infiniti altri che sarebbe troppo lungo nominare uno a uno.
Evil Genome è, per l’appunto, questo: un Metroidvania con delle forti infiltrazioni gdr e Devil May Cryiane. Ma è tutto hack ‘n slash quel che luccica (“che squarta” forse sarebbe più corretto)?

I Crystal Depths Studios nascono nel 2015 e caricano il loro progetto su Steam Greenlight, poco dopo lanciano una raccolta fondi su  Kickstarter (quest’ultima con scarsissimo successo); ciononostante Evil Genome riceve l’agognata luce verde su Steam ed entra in commercio… con molte pretese.

Bello è bello

Grafica tridimensionale e scorrimento orizzontale si sposano abbastanza bene e, per quanto gli sfondi non siano eccezionali, la sensazione di trovarsi in un mondo post-apocalittico c’è senza fatica. La profondità è resa a dovere, lo sfondo rispetta distanze e proporzioni mentre scorre (vero, planetoide della Pinnacle Station, vero?!) e anche se le ambientazioni sono molto spartane fanno il loro dovere.
L’unica cosa che potrebbe diffondere perplessità sono gli oggetti sparsi in giro: sarà possibile romperli a colpi di spada o di pistola ma non c’è una logica particolare con cui alcuni saranno distruggibili e altri no, né uno scopo. Non spunteranno nemici né oggetti o altro e i barili che taglierete in due non esploderanno investendo con una vampata di fuoco i malcapitati nelle vicinanze. Per di più non saranno sul sentiero della protagonista, per cui agitare la spada contro il nulla spaccherà quello schedario sullo sfondo o sfonderà le casse accanto alla porta, senza apparente motivo. Inutile ma innocuo.



Il design dei personaggi di Evil Genome è piuttosto accurato e, se Lachesis (la protagonista) è ben fatta, lo sono anche i samurai urbani post-apocalittici e i vari cani mutanti (che post-apocalisse sarebbe senza cani mutanti?). Anche i boss sono notevoli: robottoni, bruconi e supersoldati con due ali, ah no, due spade, ah no, UNA spada con DUE lame!
In certi momenti non sarà ben chiaro quale logica sia stata usata per definire la tipologia dei nemici in un dato scenario: insettoni, briganti, sopravvissuti e soldati fantascentifici si intervalleranno occasionalmente senza particolare criterio. Come sopra, impreciso ma innocuo.

Il sistema di combattimento privilegia nettamente l’utilizzo del joystick, non tanto per la disposizione dei tasti quanto piuttosto per la coordinazione necessaria per alcune mosse speciali. Anche se sarà possibile avanzare nel gioco puntando solo sull’affettare e sparare con ignoranza, è altamente consigliato imparare combo e acrobazie, il che sarà piuttosto difficile con la tastiera, dovendo premere più tasti contemporaneamente.
Con un’adeguata conoscenza delle mosse e una valida agilità di mano si potranno aggirare i nemici e tritartli rapidamente, creare cloni che si uniranno al massacro e spingere Alfa (il robottino che segue ovunque Lachesis) a lanciare una scarica di colpi che spingerà la nostra vittima sulla bomba piazzata a terra un istante prima, mentre se subiremo dei danni, un colpo al tasto giusto ci farà utilizzare gli oggetti preparati in precedenza per ripianare la salute.
Insomma: Devil May Cry docet.
Sfortunatamente per i non-possessori di joystick tutto questo sarà praticamente impossibile.
Non proprio innocuo questa volta, essendo un gioco per computer ci si dovrebbe aspettare un’ottimizzazione dei comandi migliore di così, ma tant’è.

Alla fin fine Evil Genome è un gioco piacevole fatto da uno studio indipendente, che propone una storia accettabile con personaggi e ambientazioni godibili. Come voto si attesterebbe tranquillamente tra il 6 e il 7… se non fosse per le note dolenti.

Peccato per il carattere

Il sistema di salvataggio non potrebbe essere peggiore: checkpoint diposti nei livelli con una parsimonia che perfino il più spilorcio, miserabile, strizzarape, avaro tirchioso della Terra (cit.) troverebbe eccessiva. In pratica costringono chi dovesse venire ucciso a ripetere l’intero scenario dall’inizio. L’unica speranza in questo caso è che gli sviluppatori li abbiano messi a caso, perché un lavoro del genere non sarebbe accettabile se fatto volontariamente. Peggio che mai, non sarà possibile salvare in qualsiasi momento e bisognerà affidarsi completamente ai checkpoint che, se all’inizio sono quasi numerosi, con l’avanzare del gioco diventano spaventosamente scarsi rendendo l’esperienza frustrante (a meno che chi lo gioca non sia già da anni un consumato veterano del genere).

Il bilanciamento della difficoltà è talmente fitto di alti e bassi da sembrare un cardiogramma da infarto: anche ad alti livelli incontreremo nemici di basso, macellandoli in scioltezza, salvo poi scontrarci con nemici forti e numerosi che ci stritoleranno senza tanti complimenti. In particolare sembra che diversi mostri e soldati giganti abbiano la passione degli attacchi a vortice e se ci metteranno nell’angolo non avremo scampo: il vortice di colpi ci sbalzerà in aria prosciugandoci la salute in pochi attimi e costringendoci a un inglorioso ritorno all’inizio dello scenario. Occasionalmente si verrà presi a panino da piccole orde feroci (in particolare alcuni insetti che paralizzano per due secondi il giocatore, lasciandolo completamente in balìa dello sciame) e altre volte si verrà spianati da due singoli colpi di un unico nemico, invisibile perché dietro a un muro.

Il doppiaggio inglese è quasi amatoriale.
I doppiatori sono pochi, a volte è possibile sentire il soffio all’interno del microfono, l’espressività è ridotta al minimo, i difetti di pronuncia sono ovunque. Se fosse fatto apposta farebbe ridere per quanto è trash. Inoltre alcune traduzioni sono un po’ approssimative: durante il gioco troveremo fogli e documenti che anche se sequenziali occasionalmente avranno denotazioni diverse, come “Discarded document A” e “Abandoned document 2”, il che, unito alla struttura piuttosto approssimata dell’inventario, non aiuterà molto. Il problema però, è che questi documenti dovrebbero aiutare nella comprensione della trama, che si dipanerà tra diverse fazioni con poco carisma e backstories con altrettanto spessore.



Evil Genome riesce a gestire discretamente tutto per quanto riguarda il comparto tecnico, gli organi e l’ossatura di ogni buon gioco, seppur con i suoi limiti: capiterà molto spesso che i corpi dei nemici si incastrino nell’ambientazione e il loro ragdoll è lievemente esagerato ma non tragico.
Peccato che non raggiunga una piena sufficienza in quelle che potremmo definire le soft skills di un videogioco: lo stile, l’arte e la fantasia.

Crystal Depths Studio ha creato un gioco che promette molto per il loro futuro, e non c’è alcun dubbio che se impareranno qualcosa da Evil Genome un eventuale seguito sarebbe un piccolo capolavoro capace di regalare infinite ore di soddisfazioni, invece che un po’ di divertimento condito di frustrazione…

 

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