Consumatori contro Iliad

Anni e anni di comportamenti scorretti che ancora proseguono da parte dei grandi operatori telefonici italiani poi bastano due settimane del nuovo operatore telefonico Iliad, che arriva dalla Francia per mettere tutti o quasi sul chi va là addirittura da presentare un esposto ad Agcom, Agcm e Garante della Privacy, questo da parte dell’Aeci (Associazione Europea Consumatori Indipendenti). Dov’era tutta questa attenzione e solerzia nella poca trasparenza degli spot, delle condizioni contrattuale, delle voci non chiare e scritte talmente in piccolo da non essere viste da nessuno? Eppure ora tutti contro Iliad.

A quanto pareI dubbi esposti dall’Aeci e sottoposti alle Authority riguardano la trasparenza contrattuale, le tariffazioni e il prezzo di attivazione, le modalità di attivazione, il rispetto dei dati personali e le offerte dedicate ad audiolesi e ipovedenti.

Secondo gli autori dell’esposto, la scarsa trasparenza inizia proprio dallo slogan utilizzato da Iliad per descrivere la propria offerta commerciale: la locuzione “per sempre” riferita all’offerta di lancio potrebbe trarre in inganno i potenziali clienti perché, stando alle condizioni contrattuali, la compagnia telefonica in realtà si riserva il diritto di modificare le condizioni economiche di alcune offerte, senza però specificare quali.


Rimanendo in tema, il contratto prevede che Iliad possa sospendere il servizio in caso di anomalo e sproporzionato traffico in relazione alle abitudini, alle caratteristiche o alla natura dell’utente, senza però specificare quali siano i comportamenti che inducono alla sospensione.

Anche l’offerta commerciale, secondo l’associazione consumatori, fornisce qualche perplessità: il prezzo dell’attivazione dei servizi presentato sulla home page del sito evidenzia il costo di 5,99 euro al mese, ma omette il costo di attivazione della SIM (9,99 euro), che viene indicato solo al termine del processo di attivazione. Inoltre, il metodo di pagamento preimpostato è la carta di credito, mentre le alternative sono evidenziate in caratteri piccoli e poco evidenti.

Bisogna specificare in questo caso però il metodo di pagamento evidenziato è la carta di credito solo per quanto concerne il primo acquisto della sim, le altre voci sono poco evidenziate perchè riguardano le ricariche che possono essere fatte anche in secondo momento, inoltre è sempre possibile modificare il metodo di pagamento per le ricariche anche dopo l’acquisto della sim. L’associazione forse non ha ben compreso o letto con attenzione questi passaggi benchè sul sito non siano obiettivamente chiarissimi.

Osservazioni sono state mosse anche al costo del traffico extra soglia, che in caso di sconfino della soglia di 30 GB prevede la possibilità di navigare al costo di 9 euro a gigabyte, violando la delibera Agcom che prevede la cessazione del traffico dati non appena si esaurisca il credito o il traffico disponibile, a tutela di un traffico extra soglia inconsapevole, anche se questo aspetto sembra essere stato accolto positivamente da molti utenti.


Presa di mira anche la firma digitale necessaria all’attivazione, che viene definita solo un token ricevuto a mezzo sms, e le SimBox, che non garantirebbero una adeguata protezione dei dati personali ai sensi del Gdpr. Infine, il sito internet di Iliad non riporta la partita Iva né le agevolazioni per non vedenti e non udenti, come richiesto a norma di legge.

Questi motivi hanno portato l’associazione a chiedere alle Authority l’apertura di un’istruttoria per verificare eventuali pratiche scorrette e dannose nei confronti dei consumatori, la trasparenza contrattuale delle condizioni generali e il mancato rispetto della legislazione italiana delle delibere Agcom.

E’ proprio vero che gli italiani hanno paura dello straniero!

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